Howard Katz, un agente di personalità dello spettacolo, è un tipo difficile: aggressivo, egocentrico, caustico, dai modi volgari e l#anima tormentata. La crisi della mezza età sembra averlo fatto impazzire: entra in una spirale di autodistruzione, perde il lavoro, si fa abbandonare dalla moglie, non ha più rapporti con figlio.
Lo vediamo, all’inizio della commedia, derelitto, come un Lear dei giorni nostri in una lunga tempesta che si svolge in flashback davanti ai nostri occhi.
Suo è il grido di Amleto: Non so come essere! E’ tormentato dal non saper avere rapporti che non siano basati sull’ostilità: neanche con la memoria del padre, neanche con il proprio essere ebreo, neanche con un Dio che non sa bene se esiste.
Domande senza possibilità di risposta sono tutto ciò che ha e che lo tormenta. Come fai a essere così tranquillo? Cos’è che ti fa andare avanti?, chiede a un giovane sbandato – e ci ricorda Lear che chiede al Povero Tom: Cos’è che causa il tuono? e in questa tempesta, questo Lear dei nostri giorni non crolla, va avanti, solo grazie alla grande rabbia che prova.
Lo svolgimento è come un sogno e i sogni non hanno conclusioni: procedono in circolo, si ripetono e poi finiscono.
Alcuni ruoli della commedia sono doppiati – il viaggio di Howard viene punteggiato, come nei sogni, da falsi riconoscimenti, volti conosciuti che compaiono sulle persone sbagliate, ma con delle rassomiglianze di cui si preferirebbe fare a meno.
E così, non si impara come essere, ma ci si sveglia essendo quelli che siamo ed è così che finiscono i sogni ed è per questo che i sogni assomigliano tanto alla vita – e spaventano da morire.
CAST: (minimo) 5U+4D
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