IL NOSTRO MARTELLO È IN MANO A MIA FIGLIA di Brian Watkins: violenza, terra e rito. Un dramma familiare che si tinge di thriller. Un viaggio espiatorio tra gli inferi di fantasmi e colpe di antenati. Sarah e Hannah sono due giovani sorelle che si trovano a prendersi cura della bisognosa madre malata dopo che il padre le ha lasciate. La madre, per sopravvivere, si appiglia ai ricordi di tempi migliori che si materializzano nel camioncino del marito – che le sorelle vedono come possibile mezzo di fuga – e in Vicky, una pecora che l’uomo le aveva regalato e che ora lei tratta non come capo di bestiame ma come animale domestico.
Le sorelle, che raccontano la loro storia, rivolgendosi al pubblico in una serie di monologhi, sono molto diverse: l’una assennata e premurosa, l’altra irrequieta ed indipendente. Non si trovano d’accordo quasi su nulla, ma entrambe detestano Vicky, una bestia puzzolente troppo stupida per essere educata a vivere in casa, che sporca continuamente e urta cose che non dovrebbe. Per di più, Vicky riceve molte più attenzioni, per non parlare dell’affetto, dalla loro mamma rispetto a loro.
Quando le sorelle, su richiesta della madre, preparano imbronciate una cena di compleanno Vicky commette l’errore di vagare in cucina…
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