La prima volta che vide Ricorda con Rabbia, Laurence Olivier ritenne la commedia brutta e poco patriottica. All’epoca, Olivier stava girando il film “Il Principe e la Ballerina” con la Monroe, arrivata a Londra con Arthur Miller, che era all’epoca suo marito. Miller volle a tutti i costi andare a vedere la commedia di Osborne, e Olivier si ritenne obbligato ad accompagnarlo. L’entusiasmo di Miller per il testo di Osborne, impressionò talmente Olivier da spingerlo a chiedere a John Osborne di scrivere un testo apposta per lui…
In realtà Olivier si rese conto che, dopo decenni di successi nei testi classici del teatro, la comparsa di testi nuovi e “rivoluzionari”, che attiravano un pubblico che non aveva mai messo piede a teatro prima di allora, rischiava di fargli perdere la sua posizione preminente nel teatro inglese.
George Devine, il direttore artistico del Royal Court, mandò a Olivier il testo ancora incompleto di The Entertainer (L’Istrione). Inizialmente, Olivier voleva interpretare Billy Rice, l’anziano padre del protagonista, ma cambiò idea non appena ebbe letto il testo finito, ed interpretò il ruolo di Archie Rice, ottenendo un grande successo sia al Royal Court che nel West End. In seguito, Olivierdescrisse il ruolo di Archie Rice come: il ruolo migliore che io abbia mai interpretato in un testo moderno.
L’Istrione dimostra ancora una volta la capacità di invettiva di John Osborne, unita alla sua profonda compassione per i falliti. Oltre a essere il ritratto di tre generazioni di una famiglia di attori di music-hall, questo testo rappresenta anche un ritratto del passato, presente e futuro dell’Inghilterra contemporanea.
Scritto in tre atti, o, più precisamente, in un’Overture e tredici brevi scene, o numeri, di music-hall, l’azione della commedia si svolge in una città di mare inglese durante la crisi del Canale di Suez nell’autunno del 1956, quando l’Inghilterra, assieme a Francia e Israele, invasero l’Egitto ma furono costrette a ritirarsi dalle pressioni degli Stati Uniti.
Scrivendo la storia come una serie di numeri del music-hall, Osborne fa sì che gli spettatori vedano sia l’Archie Rice pubblico , che imbonisce con le sue trite battute un pubblico che sta ormai scomparendo, sia l’Archie Rice privato che interpreta un diverso ruolo di comico in famiglia, con apparente nonchalance. La tradizione del music-hall, come lo spirito dell’Inghilterra moderna, sta morendo, e Osborne paragona implicitamente le fortune della famiglia Rice allo stato dell’Inghilterra del dopoguerra: un paese che fa del suo meglio per sembrare all’altezza di quella che era una volta.
Del music-hall, il vecchio, il nonno, è stato un serio, dignitoso e valoroso rappresentante, coevo del valore, della dignità e della serietà dell’Inghilterra di un tempo irrecuperabile, che egli rievoca e rimpiange continuamente con orgogliosa nostalgia.
Non così quell’istrione di suo figlio, Archie, il protagonista della commedia, decaduto e degradatosi ai locali di terz’ordine; senza entusiasmo, senza fiducia, il quale oscilla fra l’indifferenza e il fastidio come il pubblico davanti a cui si esibisce: tediato, indebitato, privo di ideali e di ambizioni, gaglioffo ma innocuo, senza decoro né coerenza, sia nella professione che nella vita. Il presente di Archie è precario e il suo futuro è senza speranza: ma ciò non gli impedisce di continuare a trovare in se stesso una qualche fonte di coraggiosa sopportazione che possa aiutarlo a resistere alla sconfitta e a continuare a lottare per la propria vita.
Gli altri personaggi sono tratteggiati con la stessa maestria del protagonista: una seconda moglie che non ha conosciuto altro che miseria e lavoro e cerca di consolarsi abbrutendosi con la bottiglia; un figlio sotto le armi a Suez dove morrà in combattimento; un altro figlio, obiettore di coscienza più per pigrizia mentale che per consapevole protesta; infine, una figlia, la sola che abbia presente la situazione vera e sia in grado di giudicarla. Jean avverte l’esigenza di non lasciarsi trascinare dalla corrente, e afferma la necessità di una protesta, un imperativo di dignità, un bisogno di solidarietà, il dovere di essere liberi per affermare se stessi; lei è quella capace di dire in faccia a quel cialtrone di suo padre che se è un fallito la colpa è esclusivamente la sua.
Cast di 7: 5 U + 2D
Aggiungi Commento