Questa commedia è stata scritta da Nino Marino assieme a Giampaolo Rugarli.
Bettina von Brentano era la figlia di un nobiluomo di origine italiana e sorella di Clemens, discreto scrittore. A diciotto anni (nel 1803) divenne l’amante di Goethe, che all’epoca ne aveva 57.
Goethe in seguito si stancò della sua invadenza e del suo chiassoso arrivismo e incaricò la moglie di metterla alla porta. Nel 1810 frau Goethe buttò Bettina dalle scale. Bettina allora si accostò a Beethoven, che nel 1810 aveva 40 anni, e cominciò a lavorare a un suo progetto: fare incontrare Goethe e Beethoven. I due numi si sarebbero visti e lei sarebbe stata lì, pianeta tra gli astri. Avrebbe udito cose eccelse e avrebbe assistito a comportamenti assolutamente straordinari.
Goethe e Beethoven si incontrarono nel 1811 a casa di Bettina, sul lago di Toplitz, presso Potsdam – e sin dal primo momento non si piacquero. Goethe era uno zerbinotto vanesio, Beethoven un cafone insopportabile. Dall’incontro nacque, sì, l’EGMONT (lavoro così così – comunque non all’altezza) ma nacque anche tra i due padreterni una potente antipatia. (Goethe più tardi gli avrebbe scritto: “Signore, annovero i pochi giorni trascorsi in sua compagnia tra i peggiori della mia esistenza”).
Bettina restò incinta, e in tempi tecnici diede alla luce una bambina, una figlia di Goethe o di Beethoven.
Illuminante è il fatto che nello stesso anno Bettina sposò il nobiluomo Ludwig von Arnim (amico del fratello) – evidentemente doveva in qualche modo giustificare il suo stato. Il marito seppe? Mah. Probabilmente lei gli mollò un settimino.
Comunque la commedia è soprattutto la storia di una delusione. La delusione di una ragazza che aveva sperato di trascorrere qualche giorno con due uomini immensi, e invece si ritrovò con due imbecilli arroganti.
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