Avete in mente l’Amleto? – ci siamo quasi: un padre morto da poco, una madre promiscua, un’amante tradita e un figlio che torna a casa dall’università per i funerali. Questo figlio, un uomo intelligentissimo ma emotivamente confuso, ha manie suicide vede lo spettro del padre sente la donna che ha amato e abbandonato offrirgli un’opportunità di essere… e a tutto questo non poteva mancare un’amica di famiglia nevrotica, usata e disprezzata da tutti: un perfetto equivalente femminile di Polonio.
Non siamo, però in un castello ad Elsinore nel 1400, ma in un giardino del giorno d’oggi nella campagna inglese e non occorre conoscere l’Amleto di Shalespeare per godersi questa commedia che spazia da un umorismo boccaccesco e terragno, all’angoscia di un Edipo frustrato, ai più elevati concetti dell’astrofisica.
E’ una commedia che tratta di amore, di smarrimento, e della difficoltà di definire ciò che si desidera e di apprezzare ciò che si ottiene dopo averlo desiderato. Inoltre, a differenza del personaggio del Bardo, Felix è estremamente divertente.
C’è qualcosa di marcio in Inghilterra come scoprirà ben presto Felix Humble, il protagonista di questa commedia. Tornato a casa per il funerale del padre, un entomologo con la passione delle api, Felix trova il giardino stranamente privo di alveari, e sua madre, Flora, che non solo non indossa il lutto, ma si sta addirittura preparando a sposare il suo volgare e ricco vicino di casa, Pye, la cui figlia, Rosie per altro – sette anni prima ha avuto una storia d’amore con Felix, che l’ha lasciata per andare a studiare astrofisica a Cambridge. Il funerale ha richiamato Felix ad affrontare il proprio passato, la sua melanconia (o vogliamo chiamarla pazzia?) e la sua difficoltà di relazione, soprattutto con le donne…
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