GABRIELLE è Gabrielle Sidonie Colette – e il testo è la storia dell’educazione sentimentale e professionale della scrittrice.
Ma non c’è bisogno di conoscere Colette e i suoi libri, per apprezzare la commedia, che inizia alla fine di un’esibizione di danza esotica, con Gabrielle che si interroga se continuare la sua vita vagabonda, divisa fra il music-hall e la letteratura, o accettare la protezione – e i soldi – di una sua ammiratrice italiana – nobile e lesbica.
Gabrielle ripensa allora alla sua vita in campagna, assieme ai genitori, al suo incontro con l’affascinante Willy, che doveva diventare suo marito, al lavoro di scrittura fatto all’ombra di lui e per lui, che se ne sarebbe appropriato anche come autore – le loro incomprensioni, con Willy che avrebbe voluto vedere Gabrielle assieme a un’altra donna, il divorzio, l’innamoramento di Gabrielle per una donna che le somiglia, e nella quale le sembra di rispecchiarsi… il lavoro come ballerina esotica di music-hall… la campagna e i genitori a cui tornare per rimarginare le ferite… La scelta non potrà che essere quella di continuare la sua vita vagabonda…
“… E’ arrivata l’ora della fine per Gabrielle. D’ora in poi, sarò Colette – artista-mima, e persino attrice! Danzerò nuda, per evitare che, stringendomi, la calzamaglia mi rovini la linea. E scriverò libri tristi e casti, pieni di paesaggi e fiori e sofferenza e orgoglio… e della semplicità di deliziosi animali che temono gli uomini.”
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