E’ il seguito ideale de “Le Tre Sorelle” di Chekov e ci offre una visione della confusione e del crollo dei sistemi di valori che inevitabilmente hanno luogo in un’eposa di rivoluzione.
La de Wet pone i personaggi di Chekov nella Russia del 1920. Olga (50 anni) e Irina (40) sono rimaste nubili, e vivono con il fratello Andrej, la sua brutta moglie Natasha, e la bella figlia Sofja, in alcune stanze della vecchia casa di famiglia (il resto della casa è stato sequestrato e dato in uso ad altre famiglie, con cui la convivenza non è delle più tranquille).
Con la famiglia vivono la vecchia balia Anfisa, ormai novantasettenne, e Igor, un sedicente drammaturgo in fuga da Mosca, certamente più abile a spillar soldi che a scrivere drammi. Ospite costante è il generale dell’armata bianca Vershinin, che ha perso una gamba in guerra. Sappiamo che diciassette anni prima il generale è stato amante di Masha.
Il faticoso tran-tran della famiglia Prozorov viene turbato proprio dall’arrivo di Masha (45 anni) da Mosca.
Donna fragile e sensuale, Masha è stata sposa di Kolyeghin, ed è adesso l’amante di Marovsky, un influente Generale dell’armata rossa, grazie all’interessamento del quale la vita dei Prozorov è trascorsa tutto sommato tranquilla..
Ma Masha non sa come comunicare alla famiglia che le cose sono ormai cambiate: Marovsky è caduto vittima di una delle purghe di Lenin, e Masha (con tutta la sua famiglia) corre il rischio di rappresaglie.
Si dovranno tutti trasferire a Mosca, ma una Mosca che non è più la città che le tre sorelle sognavano un tempo: la vecchia casa di famiglia è diventata ormai un bordello per ufficiali, e dappertutto c’è odore di fogna e di morte – e la famiglia dovrà vivere quanto più è possibile nascosta.
E’ la fine rovinosa di un mondo.
Aggiungi Commento