Siamo spogliati, deprivati, siamo tutto quello che entra e esce da noi, siamo le parole di qualcuno che non abbiamo mai conosciuto, gli odori delle grandi città che ci affogano, le immagini in macro di facce lontane di cui siamo inondati: siamo di altri e con altri senza alcuna possibilità.
Due esseri, due monadi, due entità-mondo rovesciano le loro esistenze l’una dentro l’altra: Emma e James sono solo due nomi, due lettere “E e J” : due possibilità di rappresentazione che scivolano verso l’essere nel mondo, ontologia di un incontro impossibile. Scontro, sforzo, messa a indisposizione, rigurgito, offesa, annientamento, decomposizione.
Il ritmo che scegliamo per questo testo è il suono in levare, è il battito meccanico dell’elettronica lenta, una downtempo su cui E e J costruiscono le loro immagini, i loro desideri, il loro non-essere nel mondo.
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